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La gestione dei social media può essere affrontata internamente oppure affidata a un’agenzia specializzata. Ciascuna opzione ha implicazioni in termini di costi, uso del tempo, risultati ottenibili e organizzazione del lavoro. Di seguito analizziamo dati e statistiche aggiornate sulle performance dei due approcci, con focus su un ente di formazione (es. un’azienda che eroga corsi), evidenziando vantaggi e svantaggi di ognuno.

Gestione Social Media, confronto dei Costi: Team Interno vs Agenzia

Costo del personale interno

Assumere un Social Media Manager interno comporta un costo salariale significativo. In Italia, lo stipendio lordo annuo per questa figura può aggirarsi attorno 22.000-28.000 € per un profilo junior, fino a 40.000-60.000 € per un profilo senior​.
A questi importi vanno sommati oneri aggiuntivi: contributi previdenziali, tasse, benefit, eventuali costi di formazione e dotazioni di lavoro. Uno studio nel Regno Unito evidenzia che il costo effettivo di un dipendente marketing può avvicinarsi al doppio del suo stipendio nel primo anno, considerando bonus, postazione in ufficio, strumenti e formazione. 

In breve, mantenere in-house la gestione social significa farsi carico di costi fissi elevati e investimenti continuativi sul personale.

Gestione Social Media: costo di un’agenzia esterna

Affidare i social a un’agenzia di marketing comporta un esborso tipicamente sotto forma di fee mensile o progetto. Il costo può variare in base al livello di servizio: per una PMI italiana, un pacchetto di gestione social “chiavi in mano” può costare circa 1.000-5.000 € al mese​ (mentre per aziende molto grandi si può salire a 10.000 €+). Questo range solitamente include un calendario di contenuti, gestione di 2-3 canali principali e reporting, escluso il budget pubblicitario per campagne a pagamento. Dunque, su base annuale, l’ordine di grandezza è ~12.000-60.000 € annui per un’agenzia al servizio di una PMI, contro 30.000-60.000 € annui (o più) per mantenere un dipendente esperto in organico​.

Variabilità e voci di costo

Un vantaggio dell’agenzia è la trasparenza e prevedibilità: viene concordato un importo e fatturato regolarmente, senza sorprese​. Inoltre l’azienda committente non deve farsi carico di oneri amministrativi legati a personale interno (tasse, ferie, malattie, turnover): questi aspetti sono semplificati poiché gestiti dall’agenzia, che presenta un costo “tutto compreso”. Al contrario, la gestione interna comporta costi nascosti oltre allo stipendio: ad esempio strumenti software di social media management, formazione continua per aggiornarsi sulle novità digital, selezione e recruiting in caso di turnover, ecc.​

Queste spese aggiuntive possono pesare sul budget di un ente di formazione.

Efficienza di costo e ROI

Dal punto di vista del ritorno sull’investimento, esternalizzare può risultare conveniente soprattutto se l’azienda non ha bisogno di un team social a tempo pieno. In altre parole, paghi solo per le competenze che utilizzi. Un’analisi di settore nota che affidare la gestione dei contenuti social a un partner esterno risulta spesso più conveniente che assumere un dipendente fisso, massimizzando il ROI del marketing​.

D’altro canto, se l’attività sui social è molto intensa e richiede una presenza quotidiana su molte piattaforme, i costi di un’agenzia possono accumularsi. In questi casi un team interno ben strutturato, una volta assorbiti i costi iniziali, potrebbe risultare più economico in termini di costo orario: in-house “vinci” sul rapporto ore/uomo per euro speso​.
In sintesi, l’opzione più economica dipende dal volume di lavoro e dal livello di competenza richiesto: per esigenze basilari o saltuarie l’agenzia/freelance offre risparmi, mentre per una presenza social massiccia un team interno dedicato diluisce meglio l’investimento nel lungo termine.

Tempo Risparmiato e Ottimizzazione delle Risorse

Impegno di tempo nella gestione social

Curare i social media è un’attività che richiede costanza quotidiana. Dalla pianificazione del calendario editoriale, alla creazione di grafiche e copy, fino al monitoraggio di commenti e messaggistica, le ore da dedicarvi si accumulano. Un sondaggio VerticalResponse ha rilevato che 43% dei piccoli imprenditori dedica ~6 ore a settimana ai social media​; oltre la metà fatica a superare 5 ore settimanali. In un contesto di formazione, se la gestione è affidata a personale interno non dedicato (es. il responsabile marketing che segue anche altro), queste ore devono essere sottratte ad altre mansioni core. Il tempo è infatti uno dei motivi principali per cui le aziende decidono di esternalizzare i social: liberare il team interno da un compito tanto oneroso operativamente consente di reimpiegare quelle ore in attività strategiche (sviluppo dei corsi, supporto studenti, vendita)​. L’agenzia si fa carico della calendarizzazione e presidio quotidiano, restituendo tempo al management interno.

Focus e velocità di esecuzione

Un altro aspetto legato alle risorse è la capacità operativa e il focus. Un Social Media Manager interno ha il vantaggio di dedicare il 100% della propria attenzione al brand dell’ente formativo​. Conosce dall’interno la cultura aziendale e può reagire con agilità a richieste o feedback dei docenti e degli studenti, calibrando i contenuti in tempo reale. Questo livello di immedesimazione è difficile da ottenere per un fornitore esterno che segue più clienti in parallelo. Inoltre, un addetto interno può occuparsi anche di aspetti correlati (es. gestione community, piccole modifiche al volo) senza i vincoli contrattuali di un servizio esterno. Il rovescio della medaglia, però, è che una singola persona ha capacità limitata: se aumentano i canali da gestire o la frequenza di pubblicazione, un solo SMM interno può trovarsi sovraccarico e raggiungere il limite di produttività​. Un’agenzia invece è più scalabile: può allocare un team più ampio sul progetto all’occorrenza e dispone già di processi ottimizzati per produrre contenuti in volume. In pratica, se l’ente di formazione lancia nuovi corsi o deve intensificare la presenza online, l’agenzia può adattare il livello di servizio in tempi rapidi, mentre un reparto interno rischia colli di bottiglia o richiede nuove assunzioni.

Competenze e strumenti

Affidarsi all’esterno offre un chiaro beneficio in termini di ampiezza di competenze disponibili. Un’agenzia di social media mette a disposizione un pool di specialisti – dal content creator al graphic designer, dal social media strategist all’analista dei dati – mentre internamente spesso una o due persone devono indossare “tutti i cappelli”.

Questo approccio multidisciplinare permette di coprire tutte le esigenze con un unico partner: di fatto paghi un costo unico per un team di 5 figure in 1 (copywriter, social media manager, grafico, ecc.) invece di dover assumere singolarmente più professionisti​. Oltre alle persone, l’agenzia porta in dote abbonamenti a tool professionali (monitoraggio conversazioni, suite di scheduling, strumenti analytics avanzati) il cui costo, se acquistati dall’azienda, potrebbe essere di migliaia di euro l’anno​. Anche sul fronte know-how l’agenzia tende a essere aggiornata sugli ultimi trend e algoritmi social (è il suo core business “stare sul pezzo”), mentre un team interno ridotto potrebbe non avere il tempo di approfondire ogni novità del settore​. Per un ente di formazione con risorse limitate, questo accesso immediato a competenze e strumenti rappresenta un’ottimizzazione notevole delle risorse.

Controllo e continuità

Di contro, la gestione interna offre maggiore controllo diretto. La comunicazione avviene “in casa”, con possibilità di intervenire in ogni momento sulla strategia o sui singoli post. Alcune aziende apprezzano questo controllo, specialmente se la voce del brand è delicata da gestire (es. istituzioni educative con tone of voice istituzionale). Tuttavia, va pianificato come garantire la continuità: se il dipendente chiave lascia l’azienda, porta via con sé un bagaglio di conoscenze sul brand e la community difficilmente trasferibile da un giorno all’altro.

Questo è un rischio assente con un’agenzia strutturata: anche se cambia l’account manager, l’agenzia ha documentazione e team interni tali da non interrompere il servizio​. La continuità operativa è dunque un vantaggio dell’outsourcing – l’azienda cliente non deve preoccuparsi di coprire ferie, malattie o turnover del personale social, perché è responsabilità del partner assicurare una copertura costante. Non a caso, molte aziende citano proprio l’assenza di pensieri (in termini di risorse umane) e la semplificazione gestionale come benefit nell’affidarsi a consulenti esterni​.

 

In sintesi, dal punto di vista organizzativo un’agenzia fa risparmiare tempo interno e risorse: prende in carico le attività operative e offre competenze aggiuntive, consentendo al team dell’ente di formazione di concentrarsi sul core business.

La gestione interna invece richiede di dedicare tempo e formazione continua allo staff, ma può garantire una maggiore immedesimazione nel brand e flessibilità “on the fly”. La scelta dipende da quante risorse l’azienda può allocare al social media marketing senza sacrificare altre funzioni chiave.

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Impatto su Iscrizioni ai Corsi e Crescita Online

Una presenza efficace sui social media può tradursi direttamente in obiettivi di business raggiunti, come l’aumento delle iscrizioni ai corsi e la crescita della visibilità online del brand formativo. Va però sottolineato che i risultati dipendono più dalla qualità della strategia social adottata che dalla scelta in sé tra interno o esterno – sebbene la disponibilità di competenze e tempo (come visto sopra) influenzi indirettamente la riuscita delle iniziative.

Visibilità del brand e lead generation

 I social media ben gestiti offrono un’enorme opportunità di visibilità. Secondo un sondaggio globale del 2024, l’83% dei marketer riconosce un aumento dell’esposizione del brand come principale beneficio del social media marketing​. Inoltre, il 65% indica un incremento nella generazione di lead tra i vantaggi ottenuti grazie ai social​. Per un ente di formazione, maggiore esposizione significa più potenziali corsisti raggiunti e coinvolti, mentre la lead generation si traduce in contatti di persone interessate ai corsi (richieste di informazioni, iscrizioni alle newsletter, download di brochure, ecc.). In pratica, una strategia social efficace può alimentare il funnel di iscrizione: far conoscere i corsi a nuovi utenti, costruire fiducia attraverso contenuti di valore, e infine spingerli all’azione (iscriversi o richiedere info).

Agenzia e performance

Un’agenzia specializzata, grazie alla sua esperienza, può spesso accelerare questi risultati. Ad esempio, può pianificare campagne mirate di advertising su Facebook/Instagram rivolte a pubblici simili agli ex iscritti, oppure collaborare con micro-influencer nel settore formativo per ampliare la portata dei messaggi. Queste tattiche, se ben eseguite, hanno mostrato efficacia nell’aumentare le iscrizioni. Tra i suggerimenti per promuovere corsi online, l’uso di Facebook Ads segmentate e l’Influencer marketing sono indicati come leve importanti per raggiungere un pubblico mirato e motivarlo a iscriversi​. 

Un’agenzia con competenze di social advertising saprà ottimizzare il budget pubblicitario per massimizzare le conversioni (iscrizioni o lead) ottenute per euro speso. Allo stesso tempo, grazie all’analisi continua dei KPI, un team esterno può apportare rapide correzioni alla strategia per migliorare i risultati (es. modificare il messaggio se una campagna non sta performando, sperimentare nuovi formati come video brevi, ecc.). Studi di settore confermano che l’outsourcing a professionisti porta spesso a campagne più efficaci e a un miglior ritorno del marketing sui social​.

Gestione interna e qualità dei contenuti

D’altra parte, una gestione interna ben fatta può ugualmente trainare la crescita online. Chi meglio del team interno conosce i punti di forza distintivi dei propri corsi? Un social media manager interno può sfruttare questa conoscenza approfondita per creare contenuti altamente rilevanti: ad esempio, raccontare storie di successo di ex studenti, condividere “dietro le quinte” dalle aule, rispondere in modo dettagliato alle domande tecniche degli utenti interessati.

Questa autenticità e vicinanza al prodotto formativo può aumentare l’engagement della community: gli utenti percepiscono la passione e competenza diretta della scuola, rafforzando la fiducia nel brand educativo. Inoltre, avere il controllo interno consente di allineare perfettamente la comunicazione social con le altre attività di marketing (es. open day, fiere, webinar promozionali) in modo integrato e tempestivo.

Rischi da considerare

Un potenziale svantaggio dell’esternalizzare la gestione social è la minore familiarità iniziale dell’agenzia con il brand e il settore specifico. Se il partner esterno non fa un ottimo lavoro di immersione nell’identità dell’ente formativo, c’è il rischio di avere contenuti “generici” che non colgono appieno l’essenza del marchio o il tono adatto al pubblico di riferimento​.

Questo può influire sull’efficacia: ad esempio una scuola di formazione ha spesso uno stile comunicativo peculiare (equilibrio tra professionalità e approccio amichevole verso gli studenti) che va rispettato. È dunque fondamentale, in caso di outsourcing, investire tempo nel trasferire conoscenza all’agenzia all’inizio (linee guida di tono, USP dei corsi, FAQ ricorrenti dei prospect) e mantenere un confronto costante.

Dal lato opposto, un limite della gestione interna può emergere se il team non ha tutte le competenze marketing necessarie: i social media oggi richiedono capacità di analisi dei dati, conoscenza degli algoritmi e creatività multimediale. Un team interno ristretto potrebbe non sfruttare tutte le potenzialità (es. ignorare funzionalità avanzate di targeting o nuovi trend come i Reels di Instagram) e quindi ottenere risultati subottimali rispetto a ciò che un partner esperto avrebbe potuto conseguire. In sintesi, in-house o outsourcing non garantiscono di per sé il successo: contano la strategia e l’esecuzione. Un ente di formazione dovrebbe scegliere l’opzione che gli assicura miglior qualità e continuità nella gestione dei propri canali social, perché da essa derivano in ultima analisi l’engagement online e le conversioni in iscritti.

Casi di Studio e Testimonianze

Numerose aziende – incluse realtà nel settore formazione – hanno sperimentato entrambe le strade, offrendo alcuni esempi utili.

Caso 1

Outsourcing a un’agenzia: ACC Community Education, un programma di educazione continua collegato a un college negli USA, ha deciso di affidare la gestione dei social media a un’agenzia esterna con l’obiettivo primario di incrementare le iscrizioni ai corsi​.

L’agenzia ha supportato ACC nella rivitalizzazione della presenza su Facebook e LinkedIn, creando contenuti informativi e campagne engagement rivolte alla comunità locale. I risultati non hanno tardato: in un solo mese la pagina Facebook di ACC ha guadagnato circa 810 nuovi follower (“Mi piace”) – un balzo significativo per la loro audience online​.

Questa crescita iniziale di community, unita a concorsi social e iniziative studiate dall’agenzia, ha ampliato la visibilità dei programmi di ACC, contribuendo a generare un maggior flusso di utenti interessati alle classi offerte. La testimonianza di ACC illustra bene come un intervento professionale esterno possa dare nuovo slancio alla crescita online di un ente formativo in tempi brevi, liberando al contempo lo staff interno (docenti e coordinatori) dalle incombenze quotidiane dei social.

Caso 2

Gestione interna: Molte organizzazioni scelgono invece di mantenere in-house la gestione dei social, soprattutto nelle fasi iniziali di sviluppo. Una recente indagine ha rilevato che nel 2023 circa il 48% delle aziende NON esternalizza le attività di social media a terzi o agenzie​.

Questo dato testimonia che quasi la metà preferisce un approccio interno, confidando nelle proprie risorse. Ad esempio, diverse scuole di formazione private di piccole dimensioni iniziano gestendo i social internamente, spesso con il titolare o un responsabile marketing che crea i post e interagisce con gli utenti in prima persona. In questo modo costruiscono gradualmente una voce autentica e allineata al 100% con la loro mission educativa. Una volta cresciute, alcune di queste realtà decidono di formare un piccolo team social interno dedicato, oppure di passare a un modello ibrido (team interno + consulenza esterna su aspetti specifici) man mano che il volume di lavoro aumenta.

La testimonianza comune di chi opera internamente è che avere il polso diretto della propria community aiuta a creare legami più forti: ad esempio, rispondere subito a un commento di uno studente interessato a un corso, magari chiamandolo per nome e fornendo dettagli aggiuntivi, è un tocco personale che un social media manager interno può offrire con naturalezza. Certamente, per mantenere questo livello di relazione e al contempo far crescere i numeri, l’azienda deve investire nelle competenze del proprio staff e nel tempo da dedicare ai social – uno sforzo che alcune realtà considerano sostenibile e strategico, altre preferiscono delegare appena le risorse lo consentono.

La scelta tra gestione interna o affidamento a un’agenzia dipende dal bilanciamento di costi, risorse disponibili e obiettivi di crescita. Un ente di formazione con budget limitato e senza un team marketing strutturato potrebbe trarre vantaggio dall’expertise di un’agenzia, ottenendo in breve tempo una presenza social efficace e più iscrizioni ai corsi con meno trial-and-error. Viceversa, un’organizzazione che dispone già di competenze interne e vuole mantenere controllo e coerenza totale sul messaggio può investire su risorse in-house, sapendo però di dover sostenere costi fissi maggiori e un aggiornamento continuo del team. In molti casi la soluzione ottimale è collaborare strettamente: anche affidando i social a un’agenzia, conviene coinvolgere il team interno nell’indirizzare i contenuti (fornire materiali, calendario dei corsi, feedback qualitativi), e allo stesso modo un team interno può occasionalmente farsi affiancare da consulenti esterni per campagne specifiche (es. lancio di un nuovo corso online).

Dal punto di vista del business, l’importante è assicurarsi che i social media – canale oggi fondamentale dove l’90% dei marketer dichiara di aver aumentato l’esposizione del proprio business grazie ad essi​– siano gestiti in modo professionale e continuativo. Solo così si potranno tradurre i like, le condivisioni e l’engagement in risultati concreti: brand awareness solida, reputazione positiva e un flusso costante di nuovi iscritti ai vostri corsi.

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Fonti

  1. Analisi costo in-house vs agenzia (dati stipendio e fee)​
    mocartstudio.com
    mocartstudio.com
    specialistidigitali.it
  2. Ottimizzazione risorse e motivazioni outsourcing​
    neting.it
    verticalresponse.com
    req.co
  3. Impatto social su marketing (statistiche 2024)​
    dsmn8.com

Articolo scritto da Incrementa con la collaborazione di ChatGPT-4.